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Cercasi casa smart

L’importanza dell’effcienza
20 Luglio 2018
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2 min. di lettura

Un quartiere elegante, tranquillo, e un contesto pulito. La giusta metratura, magari una bella vista, il posto auto e un palazzo ben tenuto. A questo pensiamo, normalmente, quando parliamo di valore di un immobile. Compratori e venditori tirano la corda alla ricerca dell’affare perfetto e nella ricetta per il prezzo migliore, questi sono sempre stati gli ingredienti principali. Le cose però sembrano cambiare. Ed è una buona notizia.  Si, perché finalmente l’efficienza energetica inizia a diventare determinante non solo, teoricamente, per la sostenibilità ambientale delle nostre citta, ma anche, molto più concretamente, nel determinare il prezzo di acquisto degli immobili. I primi segni di questo cambio arrivano da molto lontano, e ad accorgerne sono stati due ricercatori che hanno studiato migliaia di compravendite tra il 2011 e il 2016, in Australia. Si tratta di Georgia Warren-Myers, dell’università di Melbourne e di Franz Fuerst, dell’università di Cambridge. “La prova che l’efficienza energetica inizia ad essere capitalizzata all’interno dei prezzi di acquisto ed affitto è abbastanza chiara – spiega Franz Fuerst – ed è emerso chiaramente nel nostro studio. I compratori e gli affittuari danno un diretto valore economico alla possibilità di avere bollette più basse e case più energeticamente efficienti”.

Un effetto concreto, misurabile. Si parte da un sovrapprezzo medio tra il 2 e il 2.4 percento in case con un rating di efficienza energetica media, fino ad arrivare a quasi il 10 percento in più per gli immobili con i sistemi di efficienza energetica più avanzati.

La spinta a questo meccanismo virtuoso, notano però nello studio i due ricercatori, non viene soltanto da dinamiche puramente di mercato, ma trova la origine anche in un quadro regolatorio favorevole. Nel caso infatti della regione studiata, a determinare questo circolo virtuoso è stata l’introduzione dell’obbligo di trasparenza assoluta sulle certificazioni energetiche degli immobili.  “Il ruolo delle autorità – spiega Georgia Warren-Myers – è significativo. Il nostro studio dimostra chiaramente la differenza tra un mercato ben regolato, con poche falle e chiarezza delle pene per i trasgressori, e i mercati immobiliari deregolamentati” Le fa eco, su questo tema, Franz Fuerst: “Sebbene ogni intervento pubblico sui mercati può essere rischioso, e può portare a conseguenze indesiderate, in questo caso l’intervento del governo – spiega- sembra essere l’unico strumento per mettere in moto una vera dinamica di cambiamento”.  Il caso australiano sembra trovarsi dunque in un interessante incrocio in cui, con sullo sfondo l’intervento governativo, l’incentivo meramente economico (risparmio in bolletta) e la sensibilità ambientale interagiscono in maniera virtuosa, spingendo in su il valore degli immobili “green”. “C’è senz’altro – conclude Georgia Warren-Myers – un mix di elementi in gioco, con alcune differenze tra mercato degli affitti e delle compravendite. Nel mercato delle vendite, il rating di efficienza energetica è percepito come un buon indicatore della qualità generale dell’immobile, mentre nel mercato degli affitti tende a prevalere l’attenzione al costo delle bollette. In generale però abbiamo osservato come gli acquirenti vogliano acquistare case con un rating di un livello superiore rispetto a ciò che è considerato il livello minimo. Il che suggerisce che anche la sensibilità ambientale gioca un ruolo”.  “L’attenzione alla sostenibilità ambientale – chiosa Franz Fuerst – può agire come catalizzatore per una maggiore consapevolezza nella popolazione, e in definitiva spingere per una adozione a larga scala dei migliori standard di efficienza energetica”.