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GreenTech

La green economy passa dalle Marche
23 Luglio 2018
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2 min. di lettura

E’ una storia che assomiglia a un cerchio. La figura perfetta dove tutto torna e si incastra. Come l’economia circolare nel quale niente va sprecato e anche il rifiuto diventa risorsa. Come il chilometro zero, idea di una filiera produttiva dove il prodotto viene venduto lì dove nasce.

GreenTech è un esempio concreto di come una start-up possa diventare una realtà consolidata e un modello di business sul territorio. Nata come spin-off del Politecnico delle Marche nel 2013, l’azienda lavora nel campo dell’efficienza e del risparmio energetico.

A distanza di cinque anni e dopo un periodo di incubazione, GreenTech è riuscita a mettere in rete le sue competenze e quelle di altre aziende del territorio della provincia di Ancona per commercializzare una pasta biologica a partire dalle… alghe.

L’idea alla base del progetto iniziale era quella di produrre biocombustibili e bioplastiche, ma ben presto si è capito che la spirulina, l’alga di acqua dolce al centro di questa idea, era perfetta per scopi ben più… commestibili.

“Le microalghe sono microrganismi fotosintetici in grado di trasformare delle emissioni climalteranti in nutrienti - spiega Matteo Moglie, presidente e co-fondatore di GreenTech - Partendo da questa materia prima saremo in grado di sintetizzare una molteplicità di composti quali integratori alimentari, prodotti cosmetici e altri prodotti utilizzabili in campo farmaceutico. La spirulina, in particolare, è un’alga altamente proteica”.

Nasce così l’idea della prima pasta biologica “made in Marche” a chilometro zero. Un progetto ambizioso e virtuoso nel quale GreenTech è riuscita a coinvolgere altre due realtà del territorio anconetano, la cooperativa La Terra e il Cielo e la fattoria Petrini. Risultato? La produzione della pasta alla spirulina diventerà operativa alla fine dell’estate ed entro la fine dell’anno i primi pacchi di pasta faranno capolino tra gli scaffali dei negozi.

Un’idea virtuosa oltre che a chilometro zero. Perché è da un rifiuto, per altro difficilmente ed economicamente dispendioso da smaltire, come le acque di vegetazione dei frantoi, che si recuperano i nutrienti utili per la crescita della spirulina, l’alga che andrà ad arricchire la pasta, elemento cardine della dieta mediterranea e icona alimentare dell’Italia nel Mondo.

“Ci sono due modi per smaltire le acque di vegetazione: o vengono sparse sul terreno o trattate in un depuratore - spiega Matteo Moglie - Nella produzione della pasta alla spirulina invece, insieme ai nostri partner, abbiamo messo a punto un impianto di produzione in vetro completamente al chiuso, per garantire l’assenza di contaminazione e garantire una migliore qualità della materia prima”.

Un cerchio perfetto che si chiude. E un altro che aspetta di chiudersi intorno a un progetto altrettanto ambizioso: la produzione di una macchina frigorifera alimentata dalla radiazione solare. E’ il Solar Ice Maker, un frigorifero capace di produrre freddo senza bisogno di carburanti o elettricità, ma solo sfruttando l’energia solare termica.  Alla GreenTech l’hanno pensato soprattutto per conservare i vaccini in ambienti dove, a causa delle alte temperature e della mancanza o dell’instabilità della rete elettrica, non è possibile far funzionare frigoriferi tradizionali.

La green economy passa dalle Marche. In un cerchio perfetto che racchiude sostenibilità e concretezza.