EF Magazine

Digital sustainability

La sfida di Facebook
25 Settembre 2018
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2 min. di lettura

Internet per tutti è il cloud: la nuvola, le connessioni senza filo, la fruizione mobile. A casa come sul lavoro, in vacanza, al mare, sui mezzi pubblici. Le piattaforme digitali sulle quali passiamo gran parte delle nostre giornate sono accessibili da qualunque angolo di mondo ma, contemporaneamente – non sono effettivamente da nessuna parte. Google, Facebook, Twitter sono tra i brand più conosciuti, ammirati e potenti al mondo. Eppure, non hanno fabbriche, né negozi. Sembra che non producano, che non trasportino, che non producano rifiuti e che, dunque, non inquinino. Basta però curiosare appena oltre la nuvola, oltre i mascheramenti lessicali della Silicon Valley, e oltre le apparenze, per accorgersi che la realtà è profondamente diversa.

Le nostre vite non sono mai state così cablate (altro che wireless!), tracciate e tracciabili come ora. E mai come ora l’infrastruttura informatica hard per sorreggere la nuvola digitale è diventata ingombrante, costosa e molto poco sostenibile.

Mai come oggi Internet rappresenta una fonte di consumo energetico monstre. Entro il 2020 si prevede che i data center del mondo arrivino a consumare 509 terawatt/ora annui, equivalenti al consumo di energia elettrica di un paese come la Germania. Per fortuna però, il problema non è più ignorato. È di qualche giorno fa la notizia che Facebook ha annunciato che entro il 2020 il suo consumo energetico sarà interamente fornito da fonti di energia rinnovabili. Un annuncio che arriva dopo il precedente impegno di raggiungere il 50% entro il 2018, e che segnala un trend in tutto il mondo delle imprese digitali, finalmente interessate al tema dei loro consumi energetici. “Dal 2013 ad oggi – ha dichiarato Bobby Hollis, a capo del dipartimento energia di Facebook– abbiamo aggiunto più di tre gigawatt di energia solare ed eolica (e 2.5 soltanto negli ultimi 12 mesi) alla nostra fornitura di energia per i nostri data center, contemporaneamente aprendo le porte ad altre aziende per fare lo stesso”. Se da un lato l’efficienza energetica migliora i consumi, dall’altro la fame di dati del pianeta non accenna a placarsi, costringendo a rafforzare le infrastrutture. “Il crescente numero di utenti di Facebook, Instagram e WhatsApp – ammette Hollis - e il crescente utilizzo di funzioni come video e stories, ci ha costretto ad aumentare la nostra capacità di calcolo e ad aprire sei nuovi data center nell’ultimo anno”. Lo sforzo dell’azienda di Zuckerberg non riguarderà comunque soltanto i data center ma, per raggiungere l’obiettivo del 100%, deve anche coinvolgere le altre attività dell’azienda che rappresentano il 38% del consumo complessivo di energia. “Speriamo – conclude – di essere da esempio per altre aziende, e mostrare come le rinnovabili non siano soltanto un vantaggio per l’ambiente, ma anche una opportunità di business. Ci siamo anche a impegnati nel lavoro con i fornitori, per aiutarli a sviluppare tariffe “green” che spingano aziende come le nostre a comprare energia rinnovabile”.