EF Magazine

Tunnel solari

Alternativa all’illuminazione elettrica
22 Novembre 2017
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2 min. di lettura

Una lente d’ingrandimento, un po’ di carta e il sole d’estate: tanto basta perché abbia inizio, senza nessuna fonte energetica, la magia del fuoco. Dietro si cela un meccanismo fisico abbastanza semplice che però non smette di affascinare generazioni di bambini. Ed è forse a partire da questa fascinazione infantile che ad un geniale inventore australiano è venuta l’idea di sfruttare proprio lenti e sole, per trovare un’alternativa all’illuminazione elettrica durante le ore diurne.

Così è nata la tecnologia di Solatube: “Tunnel solari” - cosi vengono definiti dall’azienda basata in California – che altro non sono che dei cilindri in grado di catturare all’esterno la luce solare, per trasferirla e proiettarla all’interno di abitazioni o capannoni industriali.

Questa “filiera della magia” parte da un qualsiasi tetto: una casa, un hangar, un capannone o un aeroporto poco cambia. Un raffinato sistema di lenti, istallate in una calotta semisferica, cattura la luce solare durante tutta la giornata. Il sistema filtra poi la luce eccessiva d’estate e a mezzogiorno, espelle il calore, e “manda” la luce all’interno di un tubo rivestito con un materiale con la più alta riflettività al mondo. Nel “viaggio” soltanto lo 0.3% della luce viene dispersa mentre il restante 99.7% è pronta per passare attraverso l’ultimo step, che fa si che la luce sia diffusa uniformemente all’interno degli ambienti. La diffusione può infine essere, attraverso un dedicato sistema di filtri, anche ridotta o aumentata a seconda delle esigenze. L’effetto è del tutto simile a quello di una normale lampada elettrica con un interruttore. Ad eccezione di un piccolo, si fa per dire, dettaglio: l’ambiente è pienamente illuminato senza nessun consumo energetico. Oggi i tunnel solari sono un concentrato di tecnologie brevettate e all’avanguardia, dalla raccolta alla diffusione della luce. Ma dall’idea al prodotto, oggi presente in moltissimi mercati del mondo, il passo non è stato per niente breve. Dal primo brevetto (datato 1986) ad oggi, infatti, ci sono 3 decenni di migliorie. “All’apparenza – spiega Lorenzo Gallo, CTO di Solatube Italia – la nostra sembra una tecnologia piuttosto semplice, ma in realtà il portato tecnologico è notevole. Sulla calotta montata esternamente c’è un’ottica molto complessa che riesce a catturare la luce anche radente in tutte le stagioni e che blocca la componente nociva della luce naturale, infrarossi e ultravioletti. Quando il sole supera i 55 gradi poi, cerchiamo di mantenere la quantità sufficiente di luce, evitando al tempo stesso l’abbagliamento”.

Le soluzioni tecnologiche diverse sono anche adattabili a diversi tipi di ambienti. Si parte da un tubo di 250 millimetri, adatto a piccole stanze di abitazioni o ad ambienti piccoli fino ad arrivare alle istallazioni industriali, che con un diametro di 750 millimetri riescono a illuminare vaste superfici come stabilimenti, fabbriche o aeroporti.

“Numerosi studi – conclude Gallo – dimostrano come la luce naturale migliori non solo la qualità visiva degli ambienti, ma influisca sulla produttività di chi li vive. Le persone che lavorano con la luce naturale hanno un rendimento maggiore”.