EF Magazine

Smart Water

Un’eccellenza del Made in Italy
29 Ottobre 2018
|
2 min. di lettura

I nostri corpi ne sono fatti al 60%. Il nostro pianeta ne è coperto al 70% circa. È la risorsa per eccellenza. Qui in occidente, nella parte fortunata del pianeta, siamo portati a dare la sua presenza e la sua disponibilità per scontata. Ma la nostra è solo una percezione, parecchio distante dalla realtà.  L’acqua. Cosi abbondante, almeno all’apparenza, eppure molto poco equamente distribuita. Presente ovunque, almeno all’apparenza, ma al tempo stesso sempre più scarsa. Assolutamente indispensabile alla vita, eppure sempre più inquinata, sempre più costosa e difficilmente accessibile.  Un americano medio, si stima, ne consuma 425 litri al giorno. Un abitante del Madagascar deve sopravvivere con meno di 10 litri. E mentre per oltre 1 miliardo di persone il semplice accesso all’acqua potabile è una sfida quotidiana, in Europa una famiglia media di 4 persona può arrivare a consumarne quasi 1.000 litri ogni giorno. Un consumo spaventoso, che rende questa fondamentale risorsa, apparentemente “infinita”, un bene da proteggere e da conservare. Ma c’è di più: gli enormi consumi domestici dell’occidente, e il dispendio di energia che a questi si accompagnano, hanno portato il ciclo dell’acqua nell’olimpo - si fa per dire – dei principali responsabili dell’immissione di Co2 nell’atmosfera.

Una semplice doccia calda di 10 minuti può equivalere al monumentale consumo di 100 litri d’acqua disperse nelle tubature, a cui va aggiunta l’energia per riscaldarla.

Per questo sempre più aziende, governi e università stanno guardando a soluzioni che aiutino a ridurre il gigantesco impatto che ognuna delle nostre case genera con la più banale delle attività: riscaldare e consumare acqua in casa.  Ed è proprio dalla doccia che una delle realtà imprenditoriali più interessanti del settore, la orbital system, si è mossa per affrontare il tema dello spreco di risorse idriche tra le mura domestiche.   Fondata da un designer svedese di nome Mahrdad Mahdjoubi nel 2012, l’azienda basata a Malmö ha raccolto negli ultimi anni quasi 30 milioni di euro di finanziamenti e può contare su un team di quasi 100 dipendenti.  Ad ispirare il fondatore la partecipazione ad un progetto di ricerca tra Nasa e l’università di Lund, volto a risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico di una ipotetica viaggio – lungo circa un anno - verso Marte. Non potendo pensare di trasportare tutta l’acqua necessaria al viaggio (lungo circa un anno), Mahrdad ha dovuto immaginare sistemi di riciclo idrico. “Abbiamo creato – spiega – un sistema di riciclo dell’acqua integrato nella doccia, che permette in tempo reale di purificare l’acqua e di riutilizzarla. Un circuito chiuso, che consente di ridurre i consumi d’acqua del 90% e di energia dell’80%”.  Tecnologia idraulica dunque, ma anche sofisticati sistemi digitali di controllo. Il sistema infatti prevede che l’acqua, una volta nello scarico della doccia, sia inizialmente analizzata da sensori digitali che ne misurano la qualità 20 volte al secondo. Se l’acqua è “riciclabile” viene rimandata nel circuito e purificata attraverso due passaggi. Il primo, che leva le impurità più grandi come capelli o frammenti di pelle, ed un secondo che dopo avere purificato ogni micro particella restituisce acqua purissima.  “Stiamo partendo – spiega il fondatore – dalle docce perché è l'attività che consuma di più, ma nel nostro radar c’è anche il sistema di miglioramento di tutte le apparecchiature domestiche: lavandini, sanitari, etc.”. Il mercato? Potenzialmente sterminato. Obrital system è partita da forniture ad hotel e palestre, ma il cliente potenziale è, nelle parole di Mahdjoubi,  “chiunque abbia una doccia in casa”.