EF Magazine

Il tuo collega è un cobot

Se il robot è collaborativo
13 Marzo 2018
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2 min. di lettura

Abbiamo una notizia per voi. Molte aziende italiane stanno cercando nuovi dipendenti. I profili richiesti devono avere le seguenti caratteristiche: flessibilità, efficienza, precisione e attitudine alla collaborazione con i colleghi. Se siete già pronti a inviare il vostro curriculum, aspettate un attimo. Ci siamo dimenticati di dirvi una cosa. Per arrivare a firmare il sospirato contratto d’assunzione, serve un altro requisito: bisogna essere un cobot. La parola “cobot” è un neologismo formato dalla sincrasi dell’aggettivo “collaborativo” e del sostantivo “robot”. Gli esperti di economia e sociologia concordano nell’attribuire ai robot collaborativi un ruolo fondamentale per il passaggio a una nuova fase dell’industria manifatturiera. Questo non significa che a breve le macchine, intelligenti e innovative che siano, si sostituiranno completamente ai dipendenti umani nelle fasi di produzione. Vuol dire, piuttosto, che interagiranno con loro in maniera complementare e flessibile. I cobot, infatti, sono progettati in modo sempre più sofisticato e vengono sviluppati per affiancare il personale che si occupa di produrre, costruire, montare, realizzare prodotti e merci di ogni tipo.

A differenza dei tradizionali robot industriali, i cobot non operano al riparo di barriere protettive, ma interagiscono con gli operatori, come veri e propri compagni di squadra, dividendosi compiti e spazi di lavoro.

Un cobot è formato da una struttura verticale a tronco, su cui sono innestate una testa multimediale munita di telecamere e sensori. Le braccia meccaniche sono in grado di svolgere diversi compiti e operazioni, in maniera precisa ma soprattutto sicura. Queste macchine, infatti, sono dotate di meccanismi anticollisione e di telecamere per poter operare senza incidenti. Inoltre, il loro design e i materiali utilizzati per costruirli sono pensati in modo che non rappresentino un rischio per le persone che ci lavorano fianco a fianco. Il loro crescente successo è dovuto a diversi motivi. Innanzitutto, con il loro impiego, il personale e gli operai specializzati possono delegare ai cobot i compiti più ripetitivi, faticosi e noiosi. Inoltre, è in genere piuttosto facile configurarli e “istruirli”. Il collega umano mostra visivamente al robot il compito da eseguire: la macchina registra, memorizza ed elabora tutte le operazioni attraverso i propri dispositivi hi-tech. E quindi “impara” velocemente e direttamente dal personale che la affianca, che ne diventa tutor e supervisore. In più, i prezzi di mercato di diversi cobot risultano anche più bassi rispetto a quelli di altri robot industriali.