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Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): come funzionano

E perché non potrai più farne a meno
23 Febbraio 2023
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4 min. di lettura

Se tutte le volte in cui qualcuno parla di CER ti guardi attorno con aria spaesata alla ricerca di risposte, sei nel posto giusto!

Siamo qui per svelarti ogni segreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, per fare colpo durante le prossime conversazioni, ma soprattutto per permetterti di conoscere un mondo di cui potresti entrare a far parte anche tu.

CER: cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

Le CER, o Comunità Energetiche Rinnovabili, sono delle associazioni tra liberi cittadini, pubblica amministrazione, piccole e medie imprese, privati, enti pubblici territoriali e attività commerciali che fondano il proprio sviluppo sull’obiettivo di produrre, consumare e scambiare energia rinnovabile a livello locale.

Chi ne fa parte decide di unire le proprie forze con gli altri componenti, al fine di sostenere un consumo sostenibile di energia ricavata da fonti rinnovabili, per avvicinarsi sempre più a un autoconsumo basato sulle proprie risorse e per promuovere una transizione energetica.

Come creare una comunità energetica?

Per creare una CER bisogna prima di tutto costituire un’entità legale tra quelli che saranno i soci della Comunità (persone fisiche, imprese, enti locali, amministrazioni). Di solito si sceglie la forma di associazione o cooperativa, essendo le CER non a scopo di lucro.

Come secondo step, è necessario stabilire quale sarà l’area – vicina ai consumatori – in cui verrà installato l’impianto di produzione energetica. Quest’area e questo impianto potranno anche essere messi a disposizione da uno o più membri dell’associazione (o da un soggetto terzo), senza che appartengano per forza all’intera Comunità.

Dulcis in fundo, quando l’impianto viene messo in azione è possibile chiedere gli incentivi previsti per la condivisione dell’energia al Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Tali incentivi sono riconosciuti all’energia prodotta, condivisa e consumata dai membri della Comunità nella fascia oraria di produzione.

Come funzionano le comunità energetiche?

La CER beneficia non solo dell’energia pulita prodotta dall’impianto, ma anche degli incentivi per l’energia prodotta e consumata.

Ogni Comunità Energetica stabilisce un proprio contratto di diritto privato, con il quale viene deciso come utilizzare i ricavi per sostenere la gestione, conduzione ed ottimizzazione dell'associazione ed anche ricompensare i propri membri.

A livello tecnico, i soggetti coinvolti continuano a pagare le bollette ai propri fornitori di energia, ma ricevono dall’associazione un compenso sulla base della condivisione dei benefici della Comunità, che equivale in pratica a una vera e propria riduzione sulla bolletta.

In più, l’energia in eccesso può essere immessa nella rete del mercato nazionale o conservata attraverso appositi sistemi di accumulo, in modo da non andare perduta ed essere utilizzata dai membri in ogni momento di necessità.

Quali sono i vantaggi di una CER?

I benefici sono tanti e ti abbracciano da ogni lato:

  • Fai bene all’ambiente: utilizzando fonti rinnovabili, eviti le fonti fossili e la conseguente produzione di CO2, causa di molti problemi ambientali; in più, l’energia non va sprecata.
  • Fai bene al portafogli: con gli incentivi per l’energia prodotta e consumata, ogni Comunità ha un suo reddito da distribuire tra i membri, con conseguenti vantaggi economici.
  • Fai bene al territorio: le CER educano i cittadini e promuovono l’aggregazione e la partecipazione sociale, unendo per un progetto collettivo e per valori comuni tante persone diverse.

Gli incentivi per le comunità energetiche rinnovabili

In Italia, le Comunità Energetiche vengono regolate dal Decreto Milleproroghe e il beneficio tariffario gestito dal GSE ha una durata di 20 anni. Questo è composto da un corrispettivo unitario e una tariffa premio, la quale corrisponde a 110€/MWh.

Affinché possa beneficiare degli incentivi promossi dalla normativa, l’impianto deve essere di nuova costruzione, attivato dopo l’entrata in vigore della legge. Non può superare i 200kW di potenza e deve essere collegato a una rete elettrica a media/bassa tensione. Tuttavia è atteso, come di prossima pubblicazione, il nuovo Decreto MASE (la cui consultazione si è conclusa il 12 dicembre 2022) che, tra le altre cose, estenderà la potenza 1 MWh e l'estensione del perimetro sotteso alla cabine primaria di trasformazione dell'energia elettrica.

Si aggiungono poi eventuali detrazioni e bonus previsti per l’installazione degli impianti fotovoltaici e altri lavori di configurazione.

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