EF Magazine

Agricoltura nel deserto

C’è vita sulla sabbia
22 Novembre 2018
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2 min. di lettura

Deserto: solo a pronunciarne il nome, la gola si secca e la mente vaga tra le dune del Sahara o in qualche sconfinato panorama mediorientale. Luoghi adatti a un’escursione turistica o a una gita all’insegna dell’avventura; scenari desolati dove il sole picchia sulla terra arida, gli scorpioni si nascondono nella la sabbia e l’acqua, si sa, è soltanto un miraggio. L’ultima cosa a cui si potrebbe mai pensare è un terreno coltivabile. Eppure, le cose sono destinate a cambiare. Se in futuro le prime cose a cui penseremo saranno agricoltura, energia e - perché no - anche acqua, il merito sarà di Sahara Forest Project: il progetto di rigenerazione ambientale che punta a trasformare i deserti in vere e proprie risorse.

L’idea alla base è molto semplice: utilizzare ciò che abbiamo in abbondanza per produrre ciò di cui abbiamo bisogno.

Deserti, acqua salata e luce solare. Sono questi gli ingredienti che il Sahara Forest Project vuole convertire in acqua pulita, cibo ed energia. Il tutto secondo un iter ecosostenibile. Il progetto consiste nell’allestimento di serre all’avanguardia capaci di creare microclimi favorevoli all’agricoltura. In sostanza, l’aria calda e secca del deserto viene fatta passare su dei cuscinetti di acqua marina che la raffreddano, la umidificano e la incanalano quindi nelle serre. L’acqua dolce per irrigare le piante, invece, si ricava sia facendo evaporare e condensare quella salata sia raccogliendo, in appositi impianti, l’umidità che si accumula durante la notte. Tutto il processo è alimentato da energia solare generata da pannelli fotovoltaici. Un vero e proprio caso di agricoltura eroica. Tanto ambizioso quanto pragmatico, il progetto è stato presentato alla Conferenza ONU sui cambiamenti climatici del 2009. Da allora ha sempre goduto del patrocinio del re di Giordania Abdullah II e del principe di Norvegia Haakon, che hanno fortemente voluto e sponsorizzato l’iniziativa. I primi impianti sono stati attivati in Qatar e in Giordania, e i risultati stanno superando ogni aspettativa. Al momento il Sahara Forest Project produce solo cetrioli, perché più facili da coltivare, ma sono previsti ampliamenti delle colture nei prossimi anni. Per rendere l’idea del potenziale, ecco dei numeri: in uno spazio di 3 ettari (per intenderci circa 4 campi da calcio) si producono 130.000 kg di verdure all’anno e 10.000 litri di acqua pulita al giorno. Secondo i piani, nei prossimi anni la superficie occupata dagli impianti salirà a 200 ettari, facendo impennare vertiginosamente la produzione agricola. Si arriverà così a produrre migliaia di tonnellate di verdure e milioni di litri d’acqua. Altro che miraggio!