EF Magazine

Rigenerazione urbana

Mettete dei Lego nelle costruzioni
16 Febbraio 2018
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2 min. di lettura

Per l’arrivo della primavera, purtroppo, è ancora un po’ presto. Per aggiungere un tocco di colore e creatività al grigiume della routine, però, siamo perfettamente in tempo. Dove non arriva la natura, infatti, fioriscono i mattoncini di plastica della Lego. A “seminarli” in giro per il mondo è l’artista tedesco Jan Vormann, paladino della rigenerazione urbana, che da dieci anni lavora per colmare le crepe dei muri e ridare vita ai quartieri più trascurati delle città utilizzando un elemento che tutti associano all’allegria dei giochi dell’infanzia.

La sua speranza è che una pennellata di nostalgia possa risvegliare anche nel più tetro dei passanti la curiosità e la voglia dei bambini di pensare fuori dagli schemi.

Distatchwork, questo il nome del suo progetto di street art, non ha l’obiettivo di sconfiggere in modo definitivo il deterioramento dei muri: i mattoncini possono essere facilmente staccati qualora si decida di procedere con un lavoro di restauro tradizionale. Si tratta piuttosto di un intervento artistico, che vuole sottolineare quante occasioni per essere creativi ci offra il paesaggio urbano che ci circonda. A questo gioco possiamo partecipare tutti perché l’artista ha chiesto aiuto a tutti i cittadini del mondo: uscite di casa, armatevi di mattoncini colorati e restaurate le vecchie mura delle città. In questo modo, dal 2007 fino a oggi, i suoi mattoncini colorati hanno varcato i confini di oltre 27 nazioni. La sua arte è arrivata ovunque toccando luoghi d’interesse storico, come la Muraglia Cinese, e piccoli comuni italiani come Bocchignano, in provincia di Rieti. Vormann ha chiesto a tutti i partecipanti di spedirgli i propri lavori, in modo da essere aggiunti nella mappa e contribuire a un progetto di “cultura globale”. Le adesioni all’iniziativa sono state moltissime e ogni giorno se ne aggiungono di nuove: la mappa con la geolocalizzazione delle opere di street art si sta riempiendo sempre di più con le foto e le didascalie che documentano l’entusiasmo nato attorno a questo intervento collettivo di rigenerazione urbana.
Il significato di un progetto come questo, d’altra parte, trascende l’opera realizzata con i Lego. È un monito a ricordarci che le nostre città sono piene di spazi e di edifici inutilizzati. Ex uffici, ex scuole, ex mercati, ex depositi ferroviari, ex caserme: che fare di tutti questi spazi? Spazio alla fantasia!